Einaudi
Quello tra il 25 luglio e l’8 settembre del 1943 è un periodo strano, allucinato, anomalo. L’Italia si sveglia una mattina libera dal fascismo e contemporaneamente sotto l’occupazione degli ex alleati nazisti. In quei giorni caotici, tra la caduta di Mussolini e l’incarico a Badoglio, accade di tutto. Il commissario De Luca, che non è stato fascista e neanche antifascista, è in forza alla polizia criminale di Bologna e indaga su un corpo senza testa. Un caso all’apparenza semplice, perché in fondo si tratta di un omicidio, di un lavoro da fare bene come al solito: chilometri a vuoto, piste da seguire, una lista di possibili colpevoli da assottigliare e qualche cazzotto da mettere in conto se ficchi il naso dove non dovresti. La vicenda, però si complica, perché dietro quel cadavere senza identità si nascondono personaggi altolocati che rappresentano un potere politico molto pericoloso. Dopo Carta bianca (Repubblica di Salò), L’estate torbida (poco dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale), Via delle Oche (la Democrazia Cristiana che vince le elezioni), Intrigo italiano (prima metà degli anni Cinquanta) con Peccato mortale si torna indietro nel tempo e si scopre un elemento biografico molto importante nella vita di De Luca, qualcosa che lo rende ricattabile.